Apro delle discussioni, ma vivo con ansia il loro svolgimento.
(Unità 12, FAQ-D 9, pag 26)
Apro delle discussioni, ma vivo con ansia il loro svolgimento (Perderò tempo? Servirà? Mi seguirà la classe? E se non arrivo da nessuna parte? E se gli alunni si annoiano? Se non so come continuare? Se qualcuno si mette a disturbare? Se mi trovo in imbarazzo con una risposta che non so dare?…)
Accade che l’insegnante abbia fretta di raggiungere il suo obiettivo, probabilmente perché teme di smarrirlo e di perdere tempo. Tende a imporsi anticipando le risposte, appoggiandosi agli alunni più preparati, suggerendo conclusioni, accontentandosi di frasi smozzicate e provvedendo a collegarle fra loro in insiemi coerenti. Come conseguenza, temendo gli interventi che sembrano allontanarlo dall’obiettivo, finisce per togliere la parola o darla solo a qualche alunno, magari più ‘allineato’, di cui ha fiducia. Alla fine l’insegnante è insoddisfatto perché è consapevole di aver provocato la dipendenza del gruppo dalla sua conduzione attraverso una forma troppo marcata di dirigismo, sia pedagogico-contenutistico che didattico.
L’esperienza di un’abitudine alla discussione conduce invece l’insegnante ad imparare a cogliere i momenti chiave della discussione collettiva, a riproporli alla classe, a farli parafrasare agli alunni nella ricerca di un embrione di sintesi concettuale, evitando il rischio di contributi interessanti a livello locale ma spesso sterili di significati generali.
Come si è scritto nella FAQ-D 3, è di grande aiuto per superare questi stati d’animo la stesura di canovacci di discussione attraverso i quali prevedere i contributi che gli alunni possono offrire e formulare domande introduttive e di stimolo alla partecipazione e alla riflessione.