Gli alunni in genere formulano interventi molto poveri
(Unità 12, FAQ-D 5, pag 24)
È necessario – questo è un aspetto metodologico fondativo – invitare costantemente gli alunni a chiarire i concetti che desiderano esprimere, con tanto di – per esprimerci con un vecchio luogo comune – soggetto, predicato, complemento.
Bisogna giungere a condividere il principio che ognuno di essi è il primo responsabile della chiarezza di quello che dice. Altrimenti c’è in agguato l’ambiguità (non desiderata) di una ‘didattica minimalista’ per la quale una singola parola detta dall’alunno diventa frase grazie all’insegnante che spiega alla classe ciò che invece avrebbe dovuto lasciar fare all’alunno.
Gli interventi devono avere un senso compiuto per ragioni che possiamo definire cognitivo-sociali: il contributo del singolo va a vantaggio della comprensione sia del suo autore che di tutta la classe. Per rendere gli alunni consapevoli della significatività di questo aspetto, bisogna discutere assieme a loro dell’importanza della costruzione sociale della conoscenza. Perché questo accada bisogna che l’insegnante modifichi la propria centralità e gli alunni comincino anche a considerare lui e i compagni come dei veri interlocutori.
È fondamentale, a questo scopo, che l’insegnante inviti gli alunni a mettersi in gioco spiegando ai compagni costruzioni concettuali, strategie, scoperte in modo da trasformare il loro sapere privato in sapere comunicabile (tutto questo caratterizza il processo di validazione) e li aiuti a comprendere quanto questa competenza sia importante nell’apprendimento della matematica.