Se li lascio parlare a ruota libera molti non stanno attenti
(Unità 12, FAQ-D 11, pag 26
La questione non è legata al ‘parlare a ruota libera’. Gli alunni devono imparare a ‘parlare di matematica’, cioè a costruire ragionamenti, ad esprimere giudizi, a fare confronti, ad interloquire con i compagni, a formulare delle ipotesi, a spiegare delle soluzioni, insomma: tutto il contrario del ‘parlare a ruota libera’.
L’esperienza è fondamentale: la discussione diventa un valore permanente e non occasionale nella prassi didattica quando l’insegnante ne verifica il ruolo di mediatore potente per una costruzione significativa delle conoscenze. Questa verifica è possibile se verbalizzazione, argomentazione, discussione diventano parte di un metodo di lavoro in cui gli studenti assumano il ruolo di protagonisti. Il nodo della questione è che la partecipazione avviene spontaneamente solo quando gli studenti sono effettivamente coinvolti. Se si distraggono vuol dire che non si sono appropriati del problema e che la discussione è degenerata diventando un dialogo insegnante-allievo, o una sequenza di brevi scambi fra l’insegnante e gli allievi, indipendenti l’uno dagli altri, o una discussione ristretta tra i pochi ‘soliti noti’. Il controllo della partecipazione richiede un attento monitoraggio degli interventi da parte dell’insegnante e la costante pratica dei frequenti rilanci per il riesame e la validazione delle argomentazioni.