L’intelligenza sociale della classe
(Unità 12, Nota 22, pag. 138)
Un aspetto decisivo nella costruzione delle conoscenze in una classe è costituito dalla sua intelligenza sociale, una specie di magia che essa è in grado di esprimere.
Intuitivamente il concetto è chiaro; è più impegnativo definire le condizioni – diverse, articolate – che la favoriscono. Questa che si propone è una bozza (elaborazione di una Nota dell’Unità 12) suscettibile di arricchimenti anche con il contributo dei docenti.
Accade qualche volta che gli insegnanti che redigono i diari inseriscano dei commenti positivi sullo spirito di collaborazione reciproca fra gli alunni.
In generale – rifacendosi a D. Goleman (Intelligenza sociale, 2007, Rizzoli) e a M. Gardner (Formae mentis, Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, 2003, Feltrinelli) – si può parlare di intelligenza sociale della classe.
L’intelligenza sociale, in genere, è attribuita al singolo, e viene descritta in psicologia come la capacità di interagire costruttivamente con le persone creando legami ‘consapevoli’ fondati sull’ascolto e sulla costruzione di cambiamenti positivi nel rapporto con se stessi e con gli altri, che possano favorire fattori come la negoziazione e la condivisione.
Nel caso di una classe, riteniamo che l‘intelligenza sociale si manifesti essenzialmente attraverso un rispetto diffuso verso ciò che viene proposto dai singoli e verso le osservazioni dei compagni.
In base alla nostra esperienza, possiamo rilevare dei fattori che la favoriscono, ma non la garantiscono (l’elenco che segue è un work in progress):
- la numerosità: classi con meno di 20 alunni riescono a stabilire relazioni interne con maggiore facilità;
- alunni o alunne dotati essi stessi di una elevata intelligenza sociale contribuiscono a creare una situazione di cooperazione;
- la condivisione dei princìpi metodologici ai quali fanno riferimento gli insegnanti, (perché è importante il silenzio? perché l’insegnante cura tanto l’argomentazione? cosa significa ‘costruzione sociale della conoscenza?’ …) responsabilizza gli alunni;
- la flessibilità dei ruoli dell’insegnante: la sua presenza è significativa ma non pressante;
- la realizzazione e il rispetto di un silenzio costruttivo (una delle situazioni sociali più difficili da costruire), consentono a tutti di esprimere con calma il loro contributo;
- la personalità dell’insegnante, nel senso che l’alunno capisce la passione per quello che lui/lei sta facendo e l’amore verso gli alunni; l’empatia insegnante-alunno favorisce l’empatia alunno-alunno.
Va da sé che situazioni molto normali nelle classi (come in una qualsiasi comunità) – alunni prevaricatori, atteggiamenti di disturbo, individualismi esasperati, atteggiamenti poco produttivi dell’insegnante e così via) costituiscono altrettanti ostacoli.