Sfondo e primo piano
I tempi narrativi, imperfetto e passato remoto, conferiscono alla narrazione il rilievo, nel senso che creano uno sfondo rispetto a cui si stacca un primo piano. L’imperfetto è il tempo dello sfondo e il passato remoto è il tempo del primo piano. Ogni scrittore usa i due tempi verbali secondo un criterio personale a seconda di quali circostanze, avvenimenti ecc. voglia mettere in rilievo. Il tempo imperfetto, proprio perché rende lo sfondo, diventa in certi racconti letterari il tempo dell’attesa. Ne è un esempio la novella ‘L’uomo solo’, di Pirandello, raccontata quasi tutta all’imperfetto.
L’uso di sfondo e primo piano è chiaro ed evidente nelle fiabe.
Sfondo: “C’era una volta, in un paese lontano, un gentiluomo vedovo che viveva in una bella casa con la sua unica figlia. Egli donava alla sua adorata bambina qualsiasi cosa ella desiderasse: bei vestiti, un cucciolo, un cavallo….. Tuttavia capiva che la piccola aveva bisogno delle cure di una madre…”.
Primo piano: “…così si risposò […]. Sfortunatamente, il buon uomo morì poco tempo dopo, ed allora la matrigna mostrò la sua vera natura.”