Ultima modifica: 21 luglio 2015

Indeterminata

È una denominazione antica che affonda le sue radici nel periodo un cui si iniziarono ad utilizzare le lettere nella generalizzazione di situazioni problematiche e a rappresentare attraverso un problema una intera classe di problemi.
L’idea seguita è consistita nell’oscurare gli specifici valori dei dati indicandoli con una lettera, che veniva cosi a rappresentare un numero qualsiasi, non determinato appunto, possibile valore del dato.
Un processo risolutivo di un problema veniva rappresentato e riassunto dall’espressione aritmetica associata che diventava – per effetto della sostituzione del valore numerico di un dato con una lettera – risolutiva della intera classe di problemi. L’espressione aritmetica diveniva così espressione algebrica.
Con l’affermarsi dello studio sintattico delle forme algebriche queste vennero classificate in forme con una indeterminata o con più indeterminate. Oggi, con la visione moderna degli ambiti numerici, il termine indeterminata è entrato in disuso, ad esso si preferisce il termine variabile che sta ad indicare un qualsiasi valore di un elemento in un dato insieme di riferimento.
Tentando un parallelo con la lingua italiana potremmo dire che il termine indeterminata, usato in riferimento al numero generico, è analogo al termine ogni, che centra l’attenzione sull’individuo. Il termine variabile invece è analogo al termine tutti, che guarda sì all’individuo, ma in riferimento alla totalità dell’ambiente cui appartiene.