Deissi
In una situazione di oralità il meccanismo della “deissi” funziona in maniera certamente più efficace che nella lingua scritta. Spesso gli alunni, competenti più nel parlato che nello scritto, tendono a non dominare la deissi mentre scrivono. Danno per scontato che, come quando parlano, la situzione comunicativa sia condivisa. Abituarli a rendere il loro parlato più esplicito e a dominare la deissi li aiuta poi a scrivere meglio.
La deissi è quel procedimento per cui alcuni elementi di una lingua indicano, quasi come con un gesto della mano, un oggetto, una persona, un punto nello spazio, un momento nel tempo che sono al di fuori del discorso.
Le espressioni linguistiche “deittiche” per essere interpretate richiedono che ci sia una situazione di comunicazione e un contesto condivisi. Nelle frasi sottostanti, ad esempio, sono decodificabili le espressioni indicate in corsivo perché fanno riferimento ad un contesto scritto esplicitato, mentre non sono decodificabili in maniera univoca le espressioni scritte in grassetto, in quanto lo scrivente e il lettore fanno riferimento ad un qualcosa al di fuori del discorso che non è condiviso e ha bisogno di essere esplicitato. Le stesse espressioni in grassetto collocate in una situazione condivisa sono decodificabili perfettamente:
1) Ho visto Maria e le ho chiesto notizie di sua sorella.
2) Lui non è riuscito a venire.
3) Intendevo quel quaderno là.
4) Siamo stati a Londra. Là ci siamo divertiti un sacco.
5) Ho comperato un maglioncino nuovo.
6) Ho comperato il maglioncino nuovo.