Ultima modifica: 13 aprile 2013

Domande ‘perché’ non sorrette dal ‘come’

(Dall’Unità ArAl 12, pag. 19)

Esempio 1
Insegnante «Perché il 93° disegno è un albero?»
Marco «Perché il 93 è dispari».
Insegnante «Chiaro».

Esempio 2
Lucia «Il 93° disegno è un albero».
Insegnante «Come hai fatto a capire che il 93° disegno è un albero?»
Lucia «Ho visto che l’albero si trova in tutti i posti dispari e siccome il 93 è dispari allora ci deve essere un albero».

Le due domande dell’insegnante sono solo apparentemente simili.
La domanda contenente il Perché conduce ad una risposta che enuncia un prodotto: “Ti dico dove mi ha portato il mio ragionamento”.
La domanda “Come hai fatto a capire” intende condurre ad una risposta che è l’illustrazione di un processo: “Adesso ti spiego il mio ragionamento”.
Nel primo caso il processo rimane opaco, nel secondo è trasparente, e permette di capire come Lucia sia giunta a quella determinata conclusione.

È frequente che l’insegnante chieda Come e l’alunno risponda Perché.

Esempio 3
Insegnante «Spiega meglio come hai fatto a capire che al 29° posto c’è un albero».
Anna: «Perché ho fatto 28 più 1 ed è un albero».

La risposta di Anna opacizza l’insieme di conoscenze che l’hanno condotta proprio lì e non altrove (il modulo della successione che la classe sta esplorando è formato da 4 elementi, che si ripete 7 volte e quindi il 29° elemento è il primo dell’8° modulo). Di fronte a questa risposta, l’insegnante dovrebbe ricondurre l’alunna e la classe nella direzione del Come: ‘Vedo che hai saputo risolverlo. Facci capire come ci sei arrivata’.

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