Ultima modifica: 21 luglio 2015

Microsituazioni e microdecisioni

Il vertiginoso incremento della ricerca scientifica e tecnologica sta producendo il bisogno di una educazione matematica diversa proiettata verso la modellizzazione e il problem solving, aperta all’argomentazione e al lavoro cooperativo in classe. Ciò sta determinando un mutamento in direzione socio-costruttivista delle concezioni sulla matematica da insegnare e delle relative modalità didattiche sin dalla scuola primaria, dove si forma l’immagine della disciplina.
La prospettiva è quella di devolvere agli allievi l’esplorazione di situazioni problematiche opportunamente costruite dalle quali, attraverso la discussione e la riflessione sui processi, possano emergere le conoscenze matematiche e si possano costruire solide premesse per la loro oggettivazione.
Questo richiede agli insegnanti competenze nuove accanto a quelle che già possiedono e pone in primo piano il problema della loro formazione e del loro sviluppo professionale. La ricerca sta investendo molto su questo aspetto ; un filone importante individua un punto di forza nella riflessione critica da parte dell’insegnante sulla propria attività di classe; in particolare, sulle continue micro-decisioni che deve adottare nel corso di altrettante micro-situazioni.
A questo proposito uno studioso inglese molto autorevole, John Mason, nel suo Researching your own practice: the discipline of noticing, scrive :

‘Ogni professionista, indipendentemente dall’ambito in cui opera, desidera saper cogliere le possibilità, essere sensibile alle situazioni e rispondere in modo appropriato. Ma ciò che si considera appropriato dipende da ciò a cui si attribuisce valore, che dipende sua volta da ciò che si è capaci di notare. […] [Nel caso dell’insegnante] notare ciò che gli alunni fanno o come rispondono, valutare ciò che dicono anche contro le proprie aspettative e i propri criteri di valutazione e conside-rare ciò che potrebbe essere detto o fatto in seguito. È sin troppo ovvio dire che non si può intervenire su ciò che non si nota; non si può scegliere di fare qualcosa se non si ravvisa l’opportunità di farlo.’

La questione allora è: Cosa dovrebbe notare l’insegnante? Chi insegnerebbe a notare questo cosa? La metodologia delle trascrizioni pluricommentate – un percorso formativo che prevede la produzione di trascrizioni di attività di classe che, dopo essere state sottoposte dall’autore ad una prima revisione analitica, vengono inviate a uno o più mentori e ad altri docenti partecipanti allo stesso percorso che li commentano a loro volta –  ha l’obiettivo di indirizzare i docenti verso una maggiore consapevolezza (il ‘notare‘ di Mason) per aspetti che una didattica tradizionale dell’aritmetica non considera e per i riferimenti teorici che li supportano.

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