Ultima modifica: 15 maggio 2015

Nome

Il nome in italiano può essere riconosciuto e definito secondo diversi criteri, ognuno dei quali da solo porta a raggiungere in modo non completo l’obiettivo di Riconoscere e denominare (Indicazioni per il Curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione) questa parte del discorso. Gli alunni della primaria e delle prime classi della secondaria non possono impossessarsene e arrivare a dominarli perché per tener conto di tutti i criteri sono necessarie operazioni proprie di uno sviluppo cognitivo più avanzato. Un insegnante, tuttavia, dovrà conoscerli in maniera sistematica per poterli utilizzare “in caso di necessità”.
a) Criterio morfologico: il nome è una parte variabile del discorso, perché è in genere flesso per genere e numero;
b) Criterio semantico: il nome designa in gran parte persone, animali e cose;
c) Criterio distribuzionale: il nome può essere preceduto da articoli e da altri determinanti (di-mostrativi, numerali, indefiniti, interrogativi, esclamativi);
d) Criterio pragmatico-sintattico: può comparire come ‘testa’ (= parola fondamentale) di sintagmi e può essere modificato da aggettivi, da altri sintagmi nominali, da sintagmi preposizionali, da vari tipi di proposizioni.
Se questi criteri rinviano a questioni strettamente grammaticali, altri criteri possono essere messi in campo ragionando su basi ontologiche delle categorie lessicali. Lyons (1977) ne dà una sintetica classificazione. Distingue nomi di entità (casa, borsa, gatto), nomi che si riferiscono ad e-venti (vittoria, tramonto) che indicano eventi appunto che accadono nel tempo; e nomi di stato o di qualità come stanchezza, ritardo, pace… che sono tra i nomi di evento quelli che assomigliano di più ai nomi di entità.

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