Ultima modifica: 5 marzo 2013

Valenza

Secondo Lucien Tesnière il verbo può essere paragonato a una specie di atomo che può esercitare la sua attrazione su un numero più o meno elevato di attanti o partecipanti (soggetto ed eventuali altri complementi) che definiscono il contesto richiesto dal significato del verbo stesso.
Il numero di partecipanti che il verbo può reggere costituisce la valenza del verbo. Gli attanti o partecipanti possono essere chiamati anche argomenti. In base al numero di argomenti richiesto, si distinguono verbi zero-valenti, monovalenti, bivalenti, trivalenti; molti grammatici ammettono anche una valenza quattro.
Ad esempio, per completare il contesto del significato del verbo dare sono necessari tre argomenti: l’agente (chi dà=il soggetto), il destinatario (chi riceve=complemento di termine), il tema (ciò che viene dato=complemento oggetto).
Il verbo dare è quindi trivalente, mentre, come secondo esempio, il verbo piovere per poter funzionare non ha bisogno di argomenti, essendo ogni partecipante contenuto nel significato del verbo stesso.
Non solo un verbo ma anche un aggettivo o un nome possono legare a sé altre parole. Un aggettivo come pieno per esempio richiede un complemento “di qualcosa” ed un nome come dipendenza richiede un complemento “da qualcosa”.

Lascia un commento

Devi fare il log in per inserire un commento.