Ultima modifica: 21 luglio 2015

Evaporazione/condensazione

I due termini designano, nella fisica, dei cambiamenti di stato. Come metafore, sono molto efficaci per rappresentare due fenomeni comuni nei processi di costruzione della conoscenza.
Parleremo di evaporazione per indicare la scomparsa – anche provvisoria, recuperabile – di un concetto. L’esperienza insegna che le ragioni possono essere molto diverse fra loro: aspetti emotivi che interferiscono con quelli cognitivi e fungono da distrattori, un’importanza limitata attribuita a scoperte fatte in precedenza, esperienze didattiche solo parzialmente efficaci, e altre ancora. In termini generali, l’evaporazione nasce da un debole controllo sui significati.
Al contrario, parleremo di condensazione quando un certo significato si incorpora nel patrimonio esperienziale e conoscitivo della comunità in modo efficiente, e acquista una qualche stabilità. La condensazione implica quindi un buon controllo semantico, l’evaporazione una perdita (anche occasionale, temporanea) di significato.
Nella scuola dell’infanzia i due fenomeni spesso si alternano in modo inaspettato. Ciò non deve né stupire né frustrare l’insegnante. Lo sviluppo del balbettio logico è inevitabilmente frammentario, contraddittorio, instabile, e le conquiste evaporano e condensano in continuazione. La proposta di una grande varietà di situazioni analoghe, la pratica costante della verbalizzazione, l’alternanza fra attività concrete e il ricorso alla rappresentazione favoriscono lo stabilizzarsi delle scoperte attraverso il consolidarsi della memoria didattica.
La condensazione di un concetto spesso è conquista di pochi, ma è importante che il gruppo venga ‘esposto’ a tale conquista, e che essa diventi continuo oggetto di discussione collettiva nel corso della costruzione sociale della conoscenza.