Ultima modifica: 22 luglio 2015

Enciclopedia o Memoria enciclopedica

Il termine enciclopedia richiama da subito l’idea di un sapere chiuso e completo. Se si chiede ad uno studente che cosa gli viene in mente se gli si dice questa parola, risponderà che ‘è un libro o un insieme di tanti libri nei quali c’è tutto il sapere: o riguardo a un argomento o al sapere tutto in generale’. In una enciclopedia si trova tutto quel che c’è da sapere intorno o a una certa cosa o intorno a quel che si sa.
L’etimologia dice che enciclopedia viene da ‘istruzione circolare’ e quindi ‘complesso di dottrine che forniscono una istruzione completa’. Nella parola ci sono due concetti: il circolo (chiuso) e il sapere. In didattica e in psicopedagogia il termine è usato per dire del sapere (dell’insieme di conoscenze, di esperienze affettive, sociali, personali, ecc..cioè) di un bambino, di uno studente, di una persona. Insomma del suo mondo.
Il termine rinvia a decentramento, operazione e atteggiamento fondamentale dell’insegnare: solo se l’insegnante si decentra sullo studente (sposta cioè il centro del proprio guardare, pensare, immaginare, da sé all’altro) può capire ed entrare nel mondo dell’altro. Per esemplificare: molto spesso l’ignoranza di un bambino, dinanzi alla quale l’insegnante spesso si scandalizza, viene dal fatto che nella sua enciclopedia quella cosa non c’è perché nessuno gliel’ha detta o perché quella esperienza ancora lui non l’ha vissuta.
Decentrarsi sullo studente significa allora cercare di sapere che cosa ci può essere o non essere nel mondo di quel bambino. E assumere quindi la sua logica. Insegnare è sempre incontro-scontro di enciclopedie che devono capirsi e integrarsi. Se si dice Nord, Napoleone, dolore, euforia, ecc…, e Pierino non sa, quel che ci si deve chiedere è se nella sua enciclopedia quelle conoscenze, quei concetti ci siano o meno: solo se ci sono, su tali dati si possono innestare nuove conoscenze; altrimenti il parlare e l’insegnare risultano alla fine inutili.