Metafora del frigorifero
(da Unità 12, Nota 8, pag. 67)
La metafora del frigorifero è molto espressiva, e può essere utilizzata tutte le volte in cui ci sia un distacco eccessivo fra l’obiettivo dell’attività e un intervento troppo avanzato da parte di un alunno o un’idea emersa molto interessante, ma in quel momento al di là delle competenze della classe. Si propone quindi di ‘mettere l’argomento in frigorifero’.
Naturalmente bisogna ricordarsi di estrarre l’idea dal frigorifero non troppo in là nel tempo, in modo che ‘non scada’ (cioè che non perda la sua significatività). Un’insegnante ha fatto disegnare, su un cartone appeso alla parete della classe, un frigorifero diviso in ripiani (aritmetica, italiano, …) sui quali attacca di volta in volta dei foglietti colorati con i nomi dei ‘cibi’ provvisoriamente messi al fresco.
Un aspetto molto importante del ‘frigorifero’ è che ciò che viene ripreso in una occasione successiva è il frutto di un’osservazione, un problema, qualcosa insomma che è nato dagli allievi stessi, e che ha lasciato una traccia nella loro mente, nelle loro emozioni. Riprenderlo significa costruire qualcosa su una qualche base (per quanto piccola) già esistente, motivante in quanto riconosciuta come propria. Non è l’insegnante che propone un problema nuovo, è uno ‘scongelare’ qualcosa di già ‘gustato’. Anche se l’osservazione è stata di un allievo soltanto, la socializzazione della comprensione e della conoscenza sembra facilitata.