Questione posta nel gruppo ArAl in FB da Francesco Chesi: A proposito di rappresentazioni non canoniche di un numero e i numeri razionali. Finora ho capito che si parla di traduzione quando nella rappresentazione di un oggetto passiamo da un linguaggio all’altro (es. da matematico a verbale, a grafico ecc.) mentre si parla di trasformazione »
Le attuali FAQ matematiche si riferiscono ad aspetti chiave della didattica all’esplorazione delle successioni come approccio alle funzioni. Questi temi sono trattati soprattutto nell’Unità ArAl 12. Termini chiave di riferimento sono quindi: successione, modulo, analogia strutturale. Prove del Curricolo associate ai temi sono: E1, E2, E3, E4, E5. FORME CANONICHE E NON CANONICHE DI UN »
Le FAQ didattiche (per il momento) si riferiscono alla gestione delle discussioni di matematica da parte dell’insegnante e alla varietà dei ruoli che gli competono. Apro delle discussioni, ma vivo con ansia il loro svolgimento Cerco di favorire la discussione, ma mi sembra che non decolli mai Come conviene gestire una discussione? Come fare con »
(Unità 12, FAQ-M 12, pag 34) Un’insegnante chiede di trovare il simbolo al 28° posto di una successione di cui ha disegnato alla lavagna solo nove elementi (v. FAQ-M 4: Quanti elementi dovrebbe avere il disegno di una successione modulare?): Un alunno propone questa strategia: “Moltiplico 9 per 3 e trovo 27 e poi aggiungo »
(Unità 12, FAQ-M 11, pag 34) Quando dalle esperienze concrete (successioni formate da bambini, oggetti, suoni, gesti) si passa alla loro rappresentazione iconica ed allo studio delle successioni figurali, di frequente la differenza fra i concetti di successione e di modulo appare sfocata. Questo dipende proprio dal passaggio dall’azione – in cui l’allievo è stato immerso »
(Unità 12, FAQ-M 10, pag 33) La conquista non è difficile ma non è banale e non deve essere sottovalutata. Va fatta maturare lentamente e attraverso il coinvolgimento degli alunni, altrimenti è una sorta di ‘imposizione’ e il concetto rischia di rimanere incerto generando confusione con quello di successione. Ad esempio: situazioni come quella sotto »
(Unità 12, FAQ-M 9, pag 33) È necessario farlo. Saranno gli alunni ad inventare un simbolo (dei puntini, oppure una freccia) che aiuta anche a riconoscere il verso della successione.
(Unità 12, FAQ-M 6, pag 32) È opportuno variare sia l’andamento delle sequenze, disponendole lungo percorsi curvilinei, che il loro verso, in modo da evitare la fissità legata alla scrittura sinistra-destra. È più semplice evitare tale fissità quando si lavora con successioni materiali costruite su un tavolo o sul pavimento, attorno alle quali gli alunni »
(Unità 12, FAQ-M 7, pag 32) La localizzazione del primo elemento riconduce al concetto generale di verso della fila. In esperienze concrete con persone o oggetti la situazione è semplice se la fila ha un inizio concordato o se vi è una convenzione implicita. Per esempio: se le sedie colorate sono una dietro l’altra è »
(Unità 12, FAQ-M 5, pag 32) Conviene interrompere la successione con un modulo non completo. Questo favorisce l’intuizione di ‘qualcosa che continua’.