(Unità 12, FAQ-m 2, pag 32) Quando si propone una collezione regolare di disegni o di oggetti bisogna che ci sia un numero sufficiente di elementi per ricostruire il modulo con buona attendibilità. È necessario cioè presentare una successione ‘onesta’, mettendo a disposizione degli alunni un frammento che consenta il riconoscimento del modulo senza ambiguità. »
(Unità 12, FAQ-M 3, pag 32) La terminologia corretta va conquistata attraverso l’evolversi del linguaggio. I primi termini proposti dagli alunni riflettono in genere le loro esperienze, per esempio il modulo viene chiamato ‘timbro’, ‘regola’, ‘vagone’; la successione ‘cornicetta’, ‘catena’, ‘treno’. È prudente evitare ‘ritmo’ perché l’esperienza mostra che questo termine è attribuibile sia alla »
(Unità 12, FAQ-m 2, pag 33) Anche gli alunni molto giovani colgono intuitivamente l’idea che una successione ‘non finisca mai’ (si può immaginare che essa continui dopo la porta, e poi fuori dalla scuola, ecc., oppure si può ricorrere ad aspetti fiabeschi, incantesimi, e così via). Parlare, anche in forma di gioco, di questo aspetto, »
(Unità 12, FAQ-m 2, pag 31) I concetti base sono sei: successione, elemento della successione, elemento di inizio della successione, modulo, elemento del modulo, lunghezza del modulo. È normale che essi rimangano confusi per un periodo lungo – anche fino a tutta la seconda primaria – soprattutto per quegli alunni per i quali il gioco »
(Unità 12, FAQ-m 1, pag 31) Soprattutto con gli alunni più giovani, conviene predisporre delle immagini con sequenze di segni che si ripetono regolarmente e altre che si ripetono con qualche irregolarità e invitare gli alunni ad osservare e a commentare differenze e somiglianze. È probabile che sia necessario del tempo per far emergere le »
(Unità 12, FAQ-D 3, pag 22 L’insegnante di frequente realizza una pseudo-discussione, cioè un insieme di ‘frammenti di discorso’ che spesso non si cura di ripercorrere con la classe per riorganizzarli in una costruzione organica di pensiero. Il rischio è che la conoscenza venga costruita sì collettivamente, ma senza una reale condivisione, perché ogni alunno »