Manifesto ArAl-DDI – Parte 1: Il Progetto ArAl-DaD. Si affronta l’emergenza
Quando nel marzo 2020 la pandemia di Coronavirus ha obbligato l’Italia al lockdown il mondo dell’educazione, dalla scuola dell’infanzia all’università, si è trovato nella condizione di dover gestire una situazione difficilissima e imprevedibile, che vedeva studenti e docenti, ognuno in uno studio improvvisato all’interno della propria abitazione, impegnati a costruire qualcosa che assomigliasse il più possibile ad una lezione in presenza.
Il Progetto ArAl, sulla spinta di insegnanti appartenenti a scuole e reti di istituti impegnati nella collaborazione, ha accolto immediatamente la sfida e ha avviato la progettazione di oggetti per una didattica della matematica a distanza (DaD), che sono stati battezzati Trenini, e che descriveremo al punto 3. È stato avviato così il progetto ArAl-DaD, centrato su tre aspetti nodali legati alle oggettive difficoltà di gestire un’attività didattica in tali condizioni e alla necessità si salvaguardare quanto più possibile i principi teorici, metodologici e operativi del progetto ArAl. L’obiettivo principale era quello di evitare (o almeno limitare) il ritorno, da parte di insegnanti disorientati da una didattica a distanza che li vedeva sostanzialmente impreparati, ad esercizi di vecchio stampo, prospettiva questa educativamente dannosa in generale, e in particolare per un progetto teso ad innovare la didattica della matematica qual è il progetto ArAl. Eravamo quindi mossi dal timore che la rapida adozione delle nuove tecnologie portasse a ripiegare su metodi pedagogici poco validi, ad esempio sulla pura trasmissione di conoscenze e sull’abbandono dell’esplorazione, della scoperta, dell’argomentazione, non adeguatamente indirizzate.
I nodi sui quali ci siamo concentrati sono stati:
a. l’effetto aula: si è tentato di preservare un’atmosfera che ricostruisse le modalità di una lezione ‘in presenza’ in cui la famiglia collaborasse nel favorire la puntualità, procurasse i materiali necessari, predisponesse un ambiente favorevole alla concentrazione, evitasse elementi di disturbo;
b. il ruolo delle famiglie (soprattutto degli alunni più giovani): le famiglie sono state coinvolte e motivate nel processo educativo come mediatori fra gli insegnanti e i loro figli;
c. la restituzione da parte degli alunni dei ‘compiti per casa’: è stata sostenuta come uno degli elementi che caratterizzano un normale processo educativo; l’abbiamo organizzata in modo che potesse fornire risposte a tre domande:
(i) per gli alunni (‘Cosa e come ho capito?’);
(ii) per i genitori (‘Come posso collaborare?’);
(iii) per gli insegnanti (‘Qual è l’efficacia degli oggetti ArAl-DaD che ho utilizzato?’).
Il progetto ArAl-DaD si è concluso alla fine dell’anno scolastico 2019/2020.